Mastica e sputa
Avrei tante piccole riflessioni da raccontare, non so da dove partire e non voglio seguire un filo logico.
Ieri sera, preso da un repentino raptus di filocinematografia acuta, ho deciso di vedere uno dei film da poco usciti nelle sale: "Cambia la tua vita con un click" con Adam Sandler. Spinto dalla buona reputazione che nutro per l'attore statunitense, lascio scivolare i primi dieci minuti fra ilarità e sorrisi a profusione. Ad un tratto mi rendo conto che la trama prende una piega da film-americanata. Sono indeciso (come in molte altre cose, del resto, in questo momento) se continuare a vedere quelle insignificanti immagini o spegnere il pc. Opto per la prima. Ebbene, dopo un'oretta il film riprende quota e suscita nello spettatore ottimi spunti per la riflessione. Alla fine del film la mia reputazione per Sandler è rimasta intatta, ma sento che ha barcollato pericolosamente. Se oggi mi va di parlarne significa che poi tanto spregevole non è stato. Lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di vivere la vita in high-motion, scavalcando gli ostacoli, le paure, le difficoltà della vita semplicemente aumentando la velocità della vita.
Passiamo adesso a un'altro discorso (sembro la folliero quando dice:"ma passiamo adesso ad un'altra immagine...").
Qualche giorno fa ero in centro e ho incontrato per sbaglio un amico che non vedevo da due anni. Un amico di facoltà, uno di quelli che entrano nella tua vita in silenzio e se ne allontanano con la stessa discrezione. Sguardo malinconico, carnagione pallida, i capelli ora li ha leggermente sulle spalle, abbigliamento pre-natalizio da fuorisede 25enne. "Cazzo - mi fa - Antonio!!! ma dov'è che sei stato? ma com'è che te la passi? ma com'è che stai? ma che piacere vederti!!!" con il piglio tipico del nordista trapiantato a Bologna condannato a costanti atteggiamenti di buon'educazione. Per loro forse sono dei segni distintivi.
"Uè Mathias" - gli faccio, accompagnando il mio saluto con un cenno del capo. Non è maleducazione la mia, è solo che non ci vedo nulla da celebrare in questo rendez-vouz. In fondo non sa niente di me, oltre a quanti esami ho fatto fino a due anni fa e che provengo da un paesino a 800 km dal suo. "Sono stato a Bologna, sto bene, se non ci siamo visti forse è perchè frequentiamo posti diversi, non so" gli dico. Lui alza le spalle. "Beh, allora? L'università? La musica? I racconti? La Fiorentina? La morosa?". Me lo chiede con lo sguardo di chi esige una risposta precisa per ogni sua domanda. Rispondo in modo vago dicendogli che in due anni sono cambiate molte cose nella mia vita e che adesso non è il momento di snocciolargli tutte le mie vicissitudini. Per me non sarebbe stato un problema dirgli che in due anni la Fiorentina è stata l'unica cosa che ha fatto un bel balzo; tutto il resto, nel migliore dei casi, procede lentissimamente altrimenti ristagna comodamente. Le uniche parole che mi sfuggono fuori dalle labbra sono:"Potrebbe andare meglio, come a tutti. Adesso ti lascio, Mathias...ci vediamo". Lascio volutamente che l'incontro si concluda con un "ci vediamo" che lascia appesa la nostra conoscenza al filo del destino.
L'ultima cosetta che voglio scrivere è un resoconto su quello che in questo periodo sto ascoltando:
Ascolto musica preferibilmente non troppo etichettabile, per questo che io ora nel catalogarla userò degli aggettivi e delle descrizioni da prendere con cautela...
Per quanto riguarda l'Italian Wave ci sono gli Afterhours>>>come staccarmene, sono fondamentali per me, riesco a trovare sempre qualcosa di nuovo, poi i Giardini di Mirò che, col loro post-rock,fanno da colonna sonora i miei pomeriggi, passando per Emidio Clementi, un uomo che riesce a declamare versi (sia nelle canzoni coi Massimo Volume sia nei suoi reading) con una soave irruenza, leggiadra e spregiudicata. Parlare di Xabier Iriondo è fin troppo semplice, è l'uomo noise per eccellenza, l'uomo sound, un mago degli strumenti più pazzi del mondo! Spesso mi capita di incespicare nella più bella voce femminile che l'Italia abbia mai avuto: Mina. Poi c'è Luigi Tenco che ha fatto in tempo a lasciare al mondo il suo messaggio prima che calasse per lui il sipario. Continuando a vagare nelle immagini c'è Moltheni che riesce ad emozionarmi ogni volta che ascolto la sua voce, l'esplosione degli acuti e le melodie sussurrate.
Diego Mancino è uno di quei cantanti che ti fanno pensare:"Avrei voluto scriverla io quella canzone!!!". Voce particolare e sound cantautoriale molto curato. Per Paolo Benvegnù rimando i miei cinque lettori al post sul suo concerto. E' semplicemente strepitoso, geniale. Infine, achiudere la rassegna italiana, ci sono gli Yuppie Flu. Non sono una nuova marca di yogurt, sono un gruppo rock che suona in low-fi con il tipico sound che ti risolve la serata.
Passando invece all'International Wave il primo gruppo sono i Silver Mt Zion che suonano magnificamente e che sono uno di quei gruppi sconosciuti che devi conoscere prima di invecchiare e iniziare a sentire i greatest hits di Gigi D'alessio. Poi ci sono i Cut, la prima volta che li ho ascoltati sono rimasto immobile tant'è la loro potenza; ti inibiscono. I Fly Pan Am è un gruppo che ascolto da poco ma che ha forti potenzialità. Riassumono bene l'elettro-rock e il noise. Gli Ant invece sono un gruppo folk-rock che registra in semi-acustico e che riesce a catturarti quasi immediatamente. Gli Arab Strap sono arrivati purtroppo al capolinea della loro carriera e stanno facendo il loro ultimo tour. Sono dispiaciuto, il loro sound è delizioso. Poi c'è Eels che col suo aspetto poco rassicurante intimidisce chi gli si avvicina. E' invece un genio nel canto e nella composizione. Nick Drake è...Nick Drake, un cantautore dal sound molto minimalista, semplice ma efficace. Morto nel 1974 a 26 anni con tre soli album all'attivo ha segnato alcune delle pagine più belle della storia della musica. Poi c'è Jeff Klein che fino a un anno fa non conoscevo e che col suo "The Hustler" mi ha sconvolto. Poi i Sigur Ros, una sicurezza. Quando ho voglia di viaggiare un pò, metto su qualche loro canzone e mi estraneo da tutto. I Silverchair variano da un genere all'altro, saltano di qua e di là ed è proprio questo loro atteggiamento camaleontico che mi ha colpito. Gli Exlposions in the sky sono un gruppo che mi ha passato un mio amico. Ricordo che la sera che mi portò il cd lo scoltai anche di notte con gli auricolari. Pazzeschi, deflagranti, massicci. Un approccio simile a loro ce l'hanno i Godspeed You Black Emperor che eseguono pezzi da 25/30 minuti l'uno. E' normale che chi esce dai loro concerti dica:"Eh, hanno fatto solo 5 pezzi". Thom Yorke mi ha spiazzato. Il suo lavoro solista credevo fosse sulla falsa riga dei Radiohead, invece è una roba incredibilmente vitale ed energica. I Joy Division, poi, sono un gruppo storico che ha nel suo sound prettamente anni 70/80 tutta la sua potenza.
I Mogwai sono il non-plus-ultra del post-rock, i paladini delle atmosfere cupe ed esplosive. Infine c'è Terje Nordgarden che ammalia con la sua voce e stupisce con la sua chitarra.
Ieri sera, preso da un repentino raptus di filocinematografia acuta, ho deciso di vedere uno dei film da poco usciti nelle sale: "Cambia la tua vita con un click" con Adam Sandler. Spinto dalla buona reputazione che nutro per l'attore statunitense, lascio scivolare i primi dieci minuti fra ilarità e sorrisi a profusione. Ad un tratto mi rendo conto che la trama prende una piega da film-americanata. Sono indeciso (come in molte altre cose, del resto, in questo momento) se continuare a vedere quelle insignificanti immagini o spegnere il pc. Opto per la prima. Ebbene, dopo un'oretta il film riprende quota e suscita nello spettatore ottimi spunti per la riflessione. Alla fine del film la mia reputazione per Sandler è rimasta intatta, ma sento che ha barcollato pericolosamente. Se oggi mi va di parlarne significa che poi tanto spregevole non è stato. Lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di vivere la vita in high-motion, scavalcando gli ostacoli, le paure, le difficoltà della vita semplicemente aumentando la velocità della vita.
Passiamo adesso a un'altro discorso (sembro la folliero quando dice:"ma passiamo adesso ad un'altra immagine...").
Qualche giorno fa ero in centro e ho incontrato per sbaglio un amico che non vedevo da due anni. Un amico di facoltà, uno di quelli che entrano nella tua vita in silenzio e se ne allontanano con la stessa discrezione. Sguardo malinconico, carnagione pallida, i capelli ora li ha leggermente sulle spalle, abbigliamento pre-natalizio da fuorisede 25enne. "Cazzo - mi fa - Antonio!!! ma dov'è che sei stato? ma com'è che te la passi? ma com'è che stai? ma che piacere vederti!!!" con il piglio tipico del nordista trapiantato a Bologna condannato a costanti atteggiamenti di buon'educazione. Per loro forse sono dei segni distintivi.
"Uè Mathias" - gli faccio, accompagnando il mio saluto con un cenno del capo. Non è maleducazione la mia, è solo che non ci vedo nulla da celebrare in questo rendez-vouz. In fondo non sa niente di me, oltre a quanti esami ho fatto fino a due anni fa e che provengo da un paesino a 800 km dal suo. "Sono stato a Bologna, sto bene, se non ci siamo visti forse è perchè frequentiamo posti diversi, non so" gli dico. Lui alza le spalle. "Beh, allora? L'università? La musica? I racconti? La Fiorentina? La morosa?". Me lo chiede con lo sguardo di chi esige una risposta precisa per ogni sua domanda. Rispondo in modo vago dicendogli che in due anni sono cambiate molte cose nella mia vita e che adesso non è il momento di snocciolargli tutte le mie vicissitudini. Per me non sarebbe stato un problema dirgli che in due anni la Fiorentina è stata l'unica cosa che ha fatto un bel balzo; tutto il resto, nel migliore dei casi, procede lentissimamente altrimenti ristagna comodamente. Le uniche parole che mi sfuggono fuori dalle labbra sono:"Potrebbe andare meglio, come a tutti. Adesso ti lascio, Mathias...ci vediamo". Lascio volutamente che l'incontro si concluda con un "ci vediamo" che lascia appesa la nostra conoscenza al filo del destino.
L'ultima cosetta che voglio scrivere è un resoconto su quello che in questo periodo sto ascoltando:
Ascolto musica preferibilmente non troppo etichettabile, per questo che io ora nel catalogarla userò degli aggettivi e delle descrizioni da prendere con cautela...
Per quanto riguarda l'Italian Wave ci sono gli Afterhours>>>come staccarmene, sono fondamentali per me, riesco a trovare sempre qualcosa di nuovo, poi i Giardini di Mirò che, col loro post-rock,fanno da colonna sonora i miei pomeriggi, passando per Emidio Clementi, un uomo che riesce a declamare versi (sia nelle canzoni coi Massimo Volume sia nei suoi reading) con una soave irruenza, leggiadra e spregiudicata. Parlare di Xabier Iriondo è fin troppo semplice, è l'uomo noise per eccellenza, l'uomo sound, un mago degli strumenti più pazzi del mondo! Spesso mi capita di incespicare nella più bella voce femminile che l'Italia abbia mai avuto: Mina. Poi c'è Luigi Tenco che ha fatto in tempo a lasciare al mondo il suo messaggio prima che calasse per lui il sipario. Continuando a vagare nelle immagini c'è Moltheni che riesce ad emozionarmi ogni volta che ascolto la sua voce, l'esplosione degli acuti e le melodie sussurrate.
Diego Mancino è uno di quei cantanti che ti fanno pensare:"Avrei voluto scriverla io quella canzone!!!". Voce particolare e sound cantautoriale molto curato. Per Paolo Benvegnù rimando i miei cinque lettori al post sul suo concerto. E' semplicemente strepitoso, geniale. Infine, achiudere la rassegna italiana, ci sono gli Yuppie Flu. Non sono una nuova marca di yogurt, sono un gruppo rock che suona in low-fi con il tipico sound che ti risolve la serata.
Passando invece all'International Wave il primo gruppo sono i Silver Mt Zion che suonano magnificamente e che sono uno di quei gruppi sconosciuti che devi conoscere prima di invecchiare e iniziare a sentire i greatest hits di Gigi D'alessio. Poi ci sono i Cut, la prima volta che li ho ascoltati sono rimasto immobile tant'è la loro potenza; ti inibiscono. I Fly Pan Am è un gruppo che ascolto da poco ma che ha forti potenzialità. Riassumono bene l'elettro-rock e il noise. Gli Ant invece sono un gruppo folk-rock che registra in semi-acustico e che riesce a catturarti quasi immediatamente. Gli Arab Strap sono arrivati purtroppo al capolinea della loro carriera e stanno facendo il loro ultimo tour. Sono dispiaciuto, il loro sound è delizioso. Poi c'è Eels che col suo aspetto poco rassicurante intimidisce chi gli si avvicina. E' invece un genio nel canto e nella composizione. Nick Drake è...Nick Drake, un cantautore dal sound molto minimalista, semplice ma efficace. Morto nel 1974 a 26 anni con tre soli album all'attivo ha segnato alcune delle pagine più belle della storia della musica. Poi c'è Jeff Klein che fino a un anno fa non conoscevo e che col suo "The Hustler" mi ha sconvolto. Poi i Sigur Ros, una sicurezza. Quando ho voglia di viaggiare un pò, metto su qualche loro canzone e mi estraneo da tutto. I Silverchair variano da un genere all'altro, saltano di qua e di là ed è proprio questo loro atteggiamento camaleontico che mi ha colpito. Gli Exlposions in the sky sono un gruppo che mi ha passato un mio amico. Ricordo che la sera che mi portò il cd lo scoltai anche di notte con gli auricolari. Pazzeschi, deflagranti, massicci. Un approccio simile a loro ce l'hanno i Godspeed You Black Emperor che eseguono pezzi da 25/30 minuti l'uno. E' normale che chi esce dai loro concerti dica:"Eh, hanno fatto solo 5 pezzi". Thom Yorke mi ha spiazzato. Il suo lavoro solista credevo fosse sulla falsa riga dei Radiohead, invece è una roba incredibilmente vitale ed energica. I Joy Division, poi, sono un gruppo storico che ha nel suo sound prettamente anni 70/80 tutta la sua potenza.
I Mogwai sono il non-plus-ultra del post-rock, i paladini delle atmosfere cupe ed esplosive. Infine c'è Terje Nordgarden che ammalia con la sua voce e stupisce con la sua chitarra.