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domenica, febbraio 17, 2013

A Sanremo ogni scherzo vale



Perchè Sanremo (non) è Sanremo.
Ogni anno l'italiano medio dà la possibilità al Festival della canzone italiana di Sanremo di farlo ricredere sulla bellezza della vetrina più luccicante del bel paese. quest'anno molti italiani medi ci hanno buttato un occhio. per diversi motivi. anch'io. e vi racconto cosa ho visto.

1.la genialità di una band sempre poco riconosciuta tale: elio e le storie tese.
a diciassette anni di distanza da "La terra dei cachi", la storia (purtroppo) si ripete e così vengono classificati secondi con un ignobile gioco di televoto.
non è un paese in cui si può innovare, evolversi ed evolvere la musica. parlare di una canzone mentre la si sta cantando, ad esempio. chi ci ha pensato mai? avere doti musicali eccelse, intuizioni straordinarie e saperle realizzare sembrano cose da sovversivi in questo paese. loro fanno ciò che vogliono col pentagramma (e non solo) e lo fanno sempre con stile, con classe, con rispetto per il pubblico. sono loro i vincitori.

2.la faziosità ed il vano tentativo di rendersi simpatico di fabio fazio.se nasci tondo non puoi morire quadrato. affiancato dalla littizzetto, una fuoriclasse nel mandare in visibilio l'italiano medio con battute esilaranti.

3.la scelta di puntare sui giovani: marta sui tubi è stata una scelta coraggiosa ricambiata a dovere dalla band sicula che ha travolto la platea dell'ariston con il suo tsunami di melodie e testi favolosi. in un altro paese sarebbero stati sicuramente sul podio. in un altro paese.

4.il carrozzone della bella musica italiana che non ci leveremo mai dai coglioni: modà (sempre uguali a sè stessi e con testi flaccidi), mengoni (melodia trita e ritrita e testo senza mordente), daniele silvestri (si, ok il linguaggio dei segni ma le canzoni dove sono?), le mitiche chiara e annalisa (ma non ce l'hanno un cognome quelle che escono dai talent ?!?!?), simona molinari e peter cincotti (una canzone fragile e senza un perchè), cristicchi (un fantasma).

5.poi c'è maria nazionale che ha cantato la napoletanità: la voce è quella di una neomelodica di prim'ordine. è andata a sbattere contro chi ha preferito premiare la vecchiaia dei giovani. s'è trovata come una vegetariana da burger king. andatela a riprendere. per piacere.

6.fino a qualche giorno prima dell'inizio del festival tutti parlavano di malika ayane e max gazzè come i due nomi che se la sarebbero giocata. il discorso vale per entrambi: a scuola si diceva "ha le doti ma non si applica". ecco, le canzoni non hanno spiccato il volo, non hanno colpito non per gli interpreti ma per la loro mancanza di potenza. peccato. davvero peccato perchè sono due grandi nomi della attuale scena popolare (inteso nel senso di 'conosciuti') italiana.

7.qualcuno poi spieghi a gualazzi che esistono melodie diverse. raiz mi è piaciuto perchè ha usato bene la sua voce: un'occasione sprecata per dare di più.

questo per quanto riguarda la musica. sui comici ed ospiti vari non dico niente. a questo penseranno oggi gli opinionisti di cui il nostro bel paese è pieno.